DESCRIZIONE PROGETTO FRAGENZIANE

Bando Fondazione Cariplo 2014 – Connessione Ecologica

FraGenziane

Fragmented Gentiana pneumonanthe populations,habitats and associated fauna in local ecological network

CAPOFILA

PARTNER DI PROGETTO

SPONSOR TECNICI                  

Distretto Florovivaistico Alto-Lombardo

WWF Lombardia

Il progetto FraGenziane ha come obiettivo principale realizzare interventi concreti che nel più ampio contesto della Rete Ecologica Regionale permettano di rafforzare le popolazioni di Gentiana pneumonanthe e delle specie ad essa associate, con particolare riferimento alla farfalla Maculinea alcon, attraverso sia la conservazione attiva degli habitat in cui esse vivono, sia interventi diretti alle specie di interesse. Punto di partenza del progetto sono pertanto le popolazioni note di Gentiana pneumonanthe della Pianura Padana con focus sull’alta pianura occidentale, dove la specie predilige gli habitat in estrema rarefazione dei prati umidi torbosi ma anche delle brughiere pedemontane.

Il progetto consentirà pertanto di acquisire informazioni essenziali sulle popolazioni diG.pneumonantheeM.alcon, comprendenti il perfezionamento della mappatura delle presenze e l’individuazione delle metapopolazioni di riferimento; sono quindi previste azioni di conservazione e incremento (anche mediante reitroduzione e restocking) delle popolazioni e quindi delle metapopolazioni, in un’ottica di rete ecologica che comprende in misura sostanziale il ripristino di habitat idonei a ridurre la frammentazione delle popolazioni residue: occorre infatti precisare che G.pneumonanthe e conseguentemente M.alcon sono oggi assai rarefatte in Lombardia a causa della compromissione degli habitat ad esse ospitali.

Le specie focali negli habitat di interesse

Il progetto concentra l’attenzione già a partire dal titolo sulla specie Gentiana pneumonanthe che viene presa in considerazione come specie focale.

Negli ultimi anni, si è infatti diffusa in ambito conservazionistico la pratica di focalizzare l’attenzione, le ricerche e le risorse su tali entità, in quanto rappresentative dei bisogni di un ampio spettro di organismi minacciati presenti in un determinato habitat, e/o dell’habitat stesso qualora questo sia sottoposto a contrazione o frammentazione. In questi casi è opportuno selezionare specie focali sensibili alla riduzione dell’habitat, di norma caratterizzate da piccole dimensioni e scarsa abilità competitiva, cicli vitali perenni lunghi, dispersione anemocora. Inoltre la sensibilità alla frammentazione da parte di una specie può essere definita in base a specifiche caratteristiche come la presenza di forme persistenti (storage effect), la posizione biogeografica relativa, la rarità.

Date queste premesse, G.pneumonanthe costituisce un ottimo esempio di specie focale, dato che concentra in sé molti degli aspetti sopra citati. A ciò si aggiungono:

  • la relazione con la farfalla Maculinea alcon che dalla genziana strettamente dipende;
  • l’attrattività estetica della specie e il suo significato nell’immaginario collettivo che la rendono un’ottima specie bandiera (specie carismatica e/o famosa che può attrarre l’attenzione generale, a vantaggio di altre entità meno appariscenti del medesimo habitat/territorio).

Pertanto la salvaguardia e il potenziamento delle popolazioni esistenti di G.pneu-monanthe, sembra l’approccio corretto per garantire la salute degli habitat lombardi che la specie predilige, con ricadute positive sull’intera matrice ambientale della zona nonché sulle metapopolazioni delle specie in essa presenti.

Gentiana pneumonanthe

G.pneumonanthe è specie rara, soggetta a protezione rigorosa in Lombardia ai sensi della LR10/2008. G.pneumonanthe predilige brughiere e molinieti dell’orizzonte planiziale e collinare; è specie perenne, con ciclo vitale lungo anche 30-40 anni e capacità di sopravvivere in stadi dormienti nel suolo. A seconda delle caratteristiche dell’habitat e dello stato di conservazione generale, sono state distinte popolazioni dinamiche (per lo più stadi giovanili), normali (dominate da adulti, ma con numeri significativi di plantule e giovani), regressive o senili. Queste ultime sono comuni dove l’habitat è piccolo e frammentato, e/o laddove lo scambio di materiale genetico è scarso.

La specie è in grado di autoimpollinarsi, sebbene ciò induca una riduzione consistente della produzione di semi. La dispersione dei semi avviene sostanzialmente per gravità e su distanze non superiori ad 1m sebbene sia verosimile anche la dispersione anemocora. La germinazione dei semi e lo sviluppo delle plantule avvengono generalmente in presenza di luce: pertanto in vegetazioni dense e chiuse il rinnovamento della popolazione non ha luogo. Per questa ragione popolazioni apparentemente sane sono in realtà spesso costituite solo da individui in uno stadio maturo o senile: ciò è vero in particolare nelle piccole popolazioni dove gli individui rappresentano gli ultimi sopravvissuti di una più vasta meta popolazione.

I numerosi studi svolti nel nord-Europa evidenziano che la conservazione di popolazioni vitali diG.pneumonanthe è favorita da:

  • rafforzamento delle popolazioni con messa a dimora di individui prodotti ex situ;
  • incremento del flusso genico sia con impollinazione manuale, sia con presenza diffusa di individui singoli;
  • ringiovanimento delle vegetazioni di appartenenza a favore del rinnovamento naturale da seme.

La ridotta dispersione dei semi rende la probabilità di ricolonizzazione spontanea da parte di genziana pressoché nulla: pertanto le pratiche di cui sopra sembrano essere le uniche opzioni di successo per la gestione diG.pneumonanthe sul breve termine.

Maculinea alcon

Come accennato, Maculinea alcon ha una stretta dipendenza da Gentiana pneumonanthe. Farfalla diurna di colore grigio-azzurro, la specie è strettamente legata a due fattori: la presenza della pianta nutrice, G.pneumonanthe, sulla quale si nutrono le larve dei primi tre stadi, e la formica Myrmica scabrinodis, che viene parassitata dallo stadio larvale successivo. Le Myrmica raccolgono la larva e la trasportano nel formicaio. Localmente, altre specie di Myrmica svolgono la stessa funzione di M. scabrinodis, come ad esempio M.tulinae e M.ruginodes segnalate nel Parco delle Groane. Gli adulti sfarfallano nella tarda estate e vivono in popolazioni chiuse che raramente mostrano fenomeni di migrazione e/o spostamenti superiori ai 500m.

Lo stato di conservazione di M.alcon è problematico in quanto la specie è legata a una pluralità di fattori che devono presentarsi simultaneamente. Per questo motivo, la specie merita una particolare attenzione e dev’essere tenuta sotto controllo, insieme ai fattori sopra descritti, al fine di garantire il mantenimento di metapopolazioni vitali.

Studi funzionali alle azioni su G.pneumonanthe

Tralasciando i numerosi studi in ambito europeo, in parte citati nel paragrafo precedente, si vuole richiamare innanzitutto il progetto “La difesa della Biodiversità” realizzato dall’IIS Castiglioni con finanziamento Cariplo e supporto da parte del Centro Flora Autoctona. Tale progetto ha portato in particolare alla germinazione in vitrodiG.pneumonanthe, all’allevamento e alla moltiplicazione vegetativa delle piante così ottenute, fino al loro trasferimento in terriccio. Le piante prodotte finora, derivanti da una decina di capostipiti genetici sono state suddivise in due lotti, sono ora conservate presso lo stesso IIS Castiglioni e il CFA e sono disponibili per l’avvio delle propagazioni e per l’ottimizzazione dei protocolli di germinazione e coltivazione.

Contemporaneamente controlli condotti nel laboratorio CFA dal personale dell’Università di Milano hanno evidenziato la scarsa fertilità dei semi prodotti in natura, che appaiono per lo più privi di embrione: in specie analoghe ciò è un chiaro segno di mancata o carente impollinazione, o scarsa qualità genetica del polline, aspetti che confermano la situazione critica almeno delle popolazioni pur numerose di genziana presenti nel Parco delle Groane.

Obiettivi generali

Il progetto è finalizzato al rafforzamento e al miglioramento della matrice ambientale lungo il corridoio primario “Fiume Lambro e Laghi Briantei” mediante interventi locali straordinari di ringiovanimento degli habitat dei prati umidi torbosi e delle brughiere pedemontane, cenosi estremamente frammentate e rarefatte nel contesto urbanizzato dell’alta pianura lombarda; addirittura le brughiere planiziali trovano qui il margine meridionale del proprio areale europeo.

Il miglioramento degli habitat sarà realizzato sfruttando quale specie focale Gentiana pneumonanthe. Il focus su questa specie pare opportuno non solo per gli aspetti ecologici e biologici che la caratterizzano, ma soprattutto perché la vitalità delle sue metapopolazioni è strettamente connessa alla salute degli habitat in cui vive e alla connessione degli stessi all’interno di una rete ecologica.

G.pneumonanthe è inoltre una specie di notevole impatto sull’opinione pubblica, trattandosi di una rara e poco conosciuta genziana di pianura, da cui peraltro dipende la sopravvivenza di una farfalla dalla biologia peculiare. La presentazione di questa specie alla popolazione può ingenerare comportamenti virtuosi anche semplicemente nel controllo costante delle piante note, la cui vitalità diviene sintomo della salute generale degli habitat. G.pneumonanthe è pure specie appetibile come pianta ornamentale e, come si dirà meglio in seguito, sue varietà sono già presenti sul mercato. L’offerta di questa specie come pianta autoctona certificata e la sua conseguente diffusione in giardini, bordi di stagni e laghetti artificiali, oltre che consentire una scelta consapevole da parte dei consumatori, può concretamente favorire la connessione delle popolazioni esistenti all’interno di una più vasta metapopolazione.

Obiettivi specifici

L’obiettivo generale sarà perseguito attraverso tre sostanziali obiettivi specifici:

  • la realizzazione simultanea di interventi mirati sugli habitat d’interesse lungo il corridoio, inclusi il rafforzamento delle popolazioni esistenti e una reintroduzione di pneumonanthe, il contenimento e dove possibile l’eradicazione delle specie esotiche, la messa a dimora di piante autoctone certificate;
  • l’aggiornamento delle conoscenze sulle specie e sugli habitat in esame a livello regionale, sfruttando i risultati dei monitoraggi pre- e post-intervento, e la costituzione di una rete di controllo post-progetto.
  • la sensibilizzazione e il coinvolgimento attivo di fasce sempre più ampie della popolazione nella conservazione di specie e habitat, agendo sul vasto pubblico con attività didattiche tradizionali, su un gruppo di futuri tecnici agrari, sul volontariato naturalistico-ambientale, sul mercato florovivaistico lombardo.

 

Modalità di realizzazione dell’intervento

Il progetto sarà articolato nelle seguenti Azioni:

  • Monitoraggio pre-intervento
  • Interventi
  • Monitoraggio post-intervento

Monitoraggio pre-intervento

Nel contesto descritto, in cui ai fini della ricostruzione di una rete ecologica funzionale sono indispensabili informazioni circa le metapopolazioni esistenti ed i flussi genici in esse possibili, il monitoraggio pre-intervento acquisisce rilievo particolare ed è essenziale ai fini della calibrazione degli interventi; ci si propone quindi di:

  • fornire un quadro complessivo e unitario sullo stato degli habitat e delle popolazioni oggetto di intervento;
  • ottenere informazioni utili alla calibrazione sito-specifica degli interventi anche in relazione ad eventuali problemi contingenti.

Il monitoraggio riguarderà diversi elementi del territorio, che verranno tuttavia esaminati con differente grado di approfondimento a seconda dell’importanza relativa all’interno del progetto, come descritto di seguito. Tenuto conto della ridotta mobilità delle specie-bersaglio, ci si concentrerà soprattutto su una limitata porzione del territorio lombardo.

Monitoraggio degli habitat

Monitoraggio delle popolazioni di Gentiana pneumonanthe

Monitoraggio delle popolazioni di Maculinea alcon e di Myrmica scabrinodis

Monitoraggio delle altre componenti faunistiche di interesse (anfibi, rettili e uccelli)

 

Risultati attesi e criteri di valutazione degli esiti

– schede di caratterizzazione e valutazione degli habitat di brughiera e molinieti;

– database e mappatura dei caratteri delle popolazioni di G.pneumonanthe esaminate, inclusi i dati relativi alla salute del polline e in genere alla fitness riproduttiva;

– stima della diversità genetica di G.pneumonanthe e individuazione di tratti caratteristici;

– mappatura delle popolazioni di M. alcon e Myrmica nei siti di intervento;

– mappatura di rettili, anfibi e uccelli nei siti di intervento;

– indicazioni gestionali sito-specifiche per la calibratura fine degli interventi;

– inserimento dei dati nel database regionale dell’Osservatorio per la Biodiversità.

 

Interventi

L’Azione B costituisce l’azione principale del progetto e comprende gli interventi su scala locale funzionali al rafforzamento della matrice ambientale per il miglioramento della connessione ecologica anche in rapporto con il corridoio primario “Fiume Lambro e Laghi Briantei”, così come ampliato a livello locale dagli esiti già disponibili del progetto “Biodiversità in rete”. Tali interventi si concentreranno sugli habitat delle brughiere e dei prati umidi torbosi, anche con interventi innovativi per la tutela delle popolazioni della specie focale G.pneumonanthe. Sono previsti pertanto 3 gruppi di attività come descritto di seguito.

Interventi sugli habitat

 

Come accennato si prevedono interventi differenziati in due ambiti assai diversi: brughiera e zona umida.

Per quanto riguarda l’habitat di brughiera si procederà innanzitutto alla conservazione dei biotopi esistenti effettuando, interventi mirati alla depressione delle specie autoctone invasive e di quelle esotiche con particolare riferimento a Symphyotrichum, Rubus e Solidago gigantea. Accanto a queste attività si avvierà anche un generale ringiovanimento della vegetazione attraverso l’abbassamento dei vecchi arbusti di Calluna vulgarise/o il taglio a mosaico di Calluna vulgaris e l’eventuale apertura in via di piccole superfici di suolo nudo attraverso impiego di motocoltivatore in grado di attuare lavorazioni localizzate. Si tratta inoltre di specie eliofile, i cui semi richiedono luce al suolo per poter germinare ed originare con successo plantule e juveniles sani.

Per l’habitat dei molinieti in zona umida la situazione è ovviamente diversa; in generale l’approccio dovrà essere il ringiovanimento delle cenosi o, meglio la depressione dell’invasività del canneto; in ogni caso occorre tenere conto che si tratta di praterie secondarie create in passato dal lavoro dell’uomo. Oltre al taglio delle canne e sempre nella logica di un ringiovanimento delle cenosi, si prevede in particolare l’apertura di buche nella torba con la predisposizione di pozze idonee a supportare vegetazione idrofitica che sarà rafforzata, a partire daUtricularia australis, attualmente presente ma rara nella zona del Lago di Annone; tali pozze costituiranno anche utile supporto all’erpetofauna. Nelle situazioni più favorevoli si provvederà al trapianto diG.pneumonanthe in numero adeguato allo scopo di ricreare una popolazione locale.

Interventi su G.pneumonanthe

L’attività si baserà sulla messa a dimora di piante prodotte ex situ a partire da germoplasma prodotto in natura. La produzione delle piante sarà preceduta dall’impollinazione manuale per garantire la presenza di semi fertili e sarà effettuata secondo le procedure messe a punto dal partner IIS Castiglioni con il supporto del CFA nel progetto “La difesa della Biodiversità” in supporto a “Mombello cose da pazzi? la scuola protagonista di un progetto di riqualificazione ambientale”: alla germinazione dei semi in vitro in condizioni di sterilità, seguirà pertanto la moltiplicazione mediante produzione di microtalee.

I ripopolamenti e la reintroduzione saranno realizzati attraverso l’allestimento di nuclei di ricolonizzazione nei quali verranno messe a dimora almeno 5.000 piante di G.pneumonanthe appartenenti a non meno di 2.500 genotipi capostipiti. La forma e le dimensioni dei nuclei saranno definite tenendo conto delle caratteristiche dei singoli siti e la loro visibilità agli estranei, massimizzando il numero di nuclei a parità di superficie totale.

Produzione vivaistica di G.pneumonanthe

La realizzazione di una metapopolazione vitale di G.pneumonanthe può essere compromessa o vanificata dalla presenza sul mercato di varietà commerciali non autoctone. La specie è infatti particolarmente appetibile dal punto di vista ornamentale, trattandosi di una genziana a fiore blu capace di vivere in ambienti planiziali, e sul mercato estero o su internet è già possibile acquistare semi o piante. E’ chiaro che l’introduzione in Lombardia di tali varietà, peraltro vietata dalla LR10/2008, potrebbe portare gravi danni non solo alle popolazioni diG.pneumonanthe in termini di inquinamento genetico (genetic outbreeding) ed eventualmente competizione, ma anche per le specie ad esse associate, come appunto M.alcon. Pare quindi opportuno sfruttare quanto emergerà dal presente progetto per contrastare l’importazione di varietà commerciali attraverso l’immissione sul mercato vivaistico lombardo di piante di G.pneumonanthe autoctone certificate a marchio FLORA AUTOCTONA®. La vendita e la promozione di tali piante favorirà inoltre la presenza diffusa della specie anche in parchi e giardini, migliorando indirettamente la connessione tra le popolazioni naturali esistenti

 

Risultati attesi e criteri di valutazione degli esiti

I prodotti concreti dell’Azione B, utili anche per la valutazione degli esiti sono:

– miglioramento e incremento delle aree a brughiera e molinieto lungo il corridoio primario “Fiume Lambro e Laghi Briantei”.

– reintroduzione di G.pneumonanthe sul Lago di Annone;

– rafforzamento delle popolazioni di G.pneumonanthe nel Parco delle Groane e nella Brughiera Briantea;

– messa a dimora di almeno 5.000 piante di G.pneumonanthe, nonché di altre piante autoctone certificate qualificanti gli habitat considerati;

– coinvolgimento di almeno 2 vivaisti lombardi nella produzione di G.pneumonanthe autoctona certificata.

Monitoraggio post-intervento

Il monitoraggio post-intervento consentirà di verificare l’esito degli interventi di cui all’Azione B e misurarne il successo attraverso gli effetti sulle popolazioni di G.pneumonanthe e possibilmente di M.alcon. L’attività si svolgerà con gli stessi criteri e modalità di cui all’Azione A, concentrando l’attenzione sull’analisi delle aree oggetto degli interventi di rafforzamento e reintroduzione. Oltre ai prodotti concreti già citati in Azione A, in questo caso elaborati e confrontati con quanto ottenuto nel corso del monitoraggio pre-intervento, questa azione porterà anche all’elaborazione di linee guida e piani d’azione per la gestione degli habitat di brughiera e prato umido, il restocking e la reintroduzione di specie vegetali a sud delle Alpi, dove condizioni particolari (condizioni meteo-climatiche, presenza di esotiche invasive, popolazioni marginali, ecc.) rendono spesso di difficile realizzazione programmi analoghi, già attuati con successo nell’Europa Centrale e Settentrionale.

Risultati attesi e criteri di valutazione degli esiti

Oltre alla versione elaborata ed aggiornata di quanto ottenuto nell’Azione A, verranno prodotte linee guida e piani d’azione inerenti le attività svolte.